Come una risorsa diventa prodotto

“Nel mio giardino c’è un bellissimo albero pieno di limoni.
Ce ne sono così tanti che se non mi faccio venire un’idea per usarli andranno tutti sprecati. E se mettessi su un bel chiosco di limonata fresca nel quartiere?
E poi, perché no, magari riesco a comprare dei pattini nuovi”.

La risorsa è il nucleo primario da cui si genera un bene e nel termine stesso è implicito un concetto di costante e spontanea rigenerazione degli elementi naturali che la compongono.
Ed è proprio la natura, prima fonte di ogni economia, la vera protagonista di una visione assolutamente rivoluzionaria rispetto a quella canonica attraverso la quale siamo abituati
a ragionare, in ottica di mercato: nella realtà dei fatti sono due gli attori principali, la natura e l’uomo. Da qui in avanti, appare chiaro che l’antropocentrismo non è più sostenibile, senza svalutare per ovvie ragioni l’importanza della tecnica umana nella trasformazione degli elementi fisici.
Piuttosto, il processo di rigenerazione costante che la natura mette in atto, pur nella sua estrema spontaneità, si pone al servizio di un soggetto che sappia utilizzarlo a proprio vantaggio. In quest’ottica, la vera rivoluzione sta nell’assegnare alla natura un ruolo fattivo, nel riconoscere che sia regolata da specifici meccanismi produttivi e che procede di pari passo ed in continua connessione dialettica con l’operato umano.
Per non essere semplice materia, la risorsa ha necessariamente bisogno di qualcuno che abbia la capacità tecnica di provvedere al suo reperimento e alla sua ottimizzazione per soddisfare una domanda preesistente di materiali e servizi.
E cos’è il mercato se non l’insieme degli acquirenti che fanno la stessa domanda, che condividono lo stesso bisogno, che hanno la necessità di soddisfare gli stessi desideri?
Proprio da questa esigenza scaturisce la metamorfosi della risorsa in prodotto.
Ma cos’è veramente un prodotto?
È il frutto di una combinazione di caratteristiche naturali, strumentali e psicologiche, una rassicurazione per chi sta cercando una soluzione. È senza dubbio il risultato del lavoro sinergico della natura e dell’uomo con il fine ultimo
di creare valore e ricchezza. Dunque, è un oggetto tangibile soggetto allo scambio, che si traduce in bene fisico, oppure il risultato di un’idea, di uno sforzo tecnico che si declina come un servizio offerto ai consumatori.
Secondo la definizione più schietta di Kotler, il prodotto rappresenta
“Qualsiasi cosa offerta sul mercato per l’attenzione, l’acquisizione, l’uso ed il consumo che porta al soddisfacimento di un bisogno specifico”.
In tal senso, dal microcosmo dell’acquirente viene desunto il macrocosmo del mercato.
Mi spiego: la black box del cliente gravita intorno alle influenze sociali, culturali, economiche e formula una risposta agli stimoli del mercato sulla base dei propri stimoli interni di natura personale, psicologica ed emotiva, legati soprattutto allo status, all’età, alla provenienza e alle attitudini. Il prodotto traduce in sintesi il tipo di comportamento d’acquisto e tutte le fasi di cui consta l’intero processo.
Se pensiamo a quanto facilmente siamo abituati ad effettuare un acquisto, tutto questo discorso potrebbe sembrare una sovrastruttura.
Tuttavia, riconoscere il ruolo appropriato che spetta a tutti
gli attori coinvolti è il primo passo per la comprensione
di un concetto fondamentale: la missione del marketing è
creare valore attraverso il prodotto.
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